Como llevo dos
meses en Zaragoza, ya ha llegado el tiempo de contar algo sobre mi experiencia…
… o almeno, raccontare la mia esperienza come corridore in
terra spagnola! Tante
cose ci sarebbero da dire ma, non avendo decisamente l’intenzione di annoiarvi,
passo subito a quel che vi interessa. Ho tanti difetti, ma una qualità che mi riconosco
è quella di sapermi adattare un po’ dovunque. Detto ciò, trasferirmi in un
altro Paese per studiare, anche se solo per pochi mesi – o magari per un po’ di
tempo in più, questo ancora non lo so – poteva voler dire fare un passo più
lungo della gamba… per lo meno c’era un ostacolo che sembrava insormontabile: la
lingua.
Però noi runners abbiamo un asso nella manica: all’occorrenza
sfoderiamo le nostre scarpette da running, usciamo fuori a correre e come per
magia i nostri problemi sembrano sparire. Mi direte, e questo cosa c’entra con
la lingua? Beh, correre vuol dire anche
immergersi nell’ambiente dei corridori, che è sempre così… magico, appunto! Non
mi ci è voluto molto per conoscere un gruppo di runners locali, per fare
amicizia con persone semplici, simpatiche e alla mano ed in men che non si dica
ecco che sono quasi parte integrante de “el atletismo aragonés”. E, guarda un
po’, dopo due mesi parlo lo spagnolo non come un madrelingua – e ci mancherebbe
altro - , ma sicuramente ad un livello sufficientemente buono da riuscire ad
integrarmi bene un po’ dovunque.
Alla Media Maratón, dietro la lepre dell'ora e 24. Che ho salutato al 13°... :( |
In questo, costruirmi una vita al di fuori dell’università –
una vita sportiva – ha aiutato, eccome se ha aiutato! Ed ecco che il lunedì ed
il mercoledì, immancabilmente, si va al “Parque Grande” alle 20.30 per fare le
ripetute in gruppo. Ecco che nel fine settimana si va in giro a correre “carreras
populares”, oppure ci si ritrova tutti insieme in un “pueblo” nei dintorni di
Zgz per un allenamento di gruppo e si approfitta per fare un “trote de monte”,
con “subidas y bajadas” che non si trovano così facilmente nella città (in
effetti a Zaragoza si corre quasi ovunque in piano, proprio come nel capoluogo
lombardo).
Senza dubbio sono stato fortunato, non lo pongo in dubbio,
ma ho trovato un ambiente veramente squisito e, di questo mi sono sorpreso
molto, ricco di giovani! Di ragazzi come me, di venti e poco più anni, se ne
vedono a bizzeffe a correre anche le lunghe distanze, qui nessuno mi ha mai mai
detto: “cavolo , così giovane e già corri le maratone”. Il perché non lo so, c’è
anche da dire che qui le corse iniziano tutte molto più tardi e ci si può
andare senza “madrugar” la domenica. E’ la cultura spagnola, con tutto ciò che
di buono e meno buono si porta dietro!
In generale, si dà molta più importanza ad aspetti che noi italiani tendiamo a trascurare. Di cosa parlo? Tecnica di corsa
in primis! Qui non esiste il riscaldarsi sommariamente e l’iniziare le ripetute
quasi a freddo: si fa un “trote de calentamiento” di 30’, 5’ di stretching, 15’
di tecnica di corsa, 5 allunghi e solo allora si parte con l’allenamento vero e
proprio. In secondo luogo, il potenziamento, come? Con in pesi in palestra se
ce l’hai a disposizione, sennò con le ripetute in salita.
Añón, splendida località a un 100 km da Zgz |
Detto questo, per quanto – come detto prima – mi riconosca
un ottimo spirito di adattamento, il mio cuore non si è spostato dall’Italia e
dal mio gruppo sportivo, “La Michetta”, che praticamente mi ha visto crescere.
Oddio, crescere forse non è la parola più adatta, visto che mi presentai la
prima volta in via Ponte Nuovo con circa 15 kg in più sul groppone rispetto ad ora!
Mando un forte abbraccio a tutti!