Ci sono delle volte in cui ci si lascia trascinare dagli eventi, imposti il pilota automatico, le giornate passano e la vita scorre senza che tu te ne renda veramente conto. Ed è proprio quando ti rendi conto (di non rendertene conto) che capisci sia arrivato il momento di fermarti un attimo, fare un punto con te stesso e togliere polvere laddove ce n'è da togliere... e fu così che decisi di rispolverare il blog dopo due anni e mezzo.
Evitando romanticismi e giri di parole, quello che di certo c'è è che in questi due anni e mezzo, tra alti e bassi, la corsa è rimasta sempre una costante nella mia vita. Non sono arrivato ad ottenere quel 1h19'59'' di cui parlo un paio di post addietro, ma ho comunque ottenuto dei risultati che parlano di uno stato di forma molto vicino a poter chiudere una mezza in quel tempo.
Penso alla Moonlight Half Marathon del maggio 2018, chiusa in 1h21'00'' nonostante i 27 gradi umidi regalatici dal lungomare di Jesolo (anche alle 20:30!).
E penso ancora alla Maratón Valencia, altra gara che porterò sempre nel cuore, per il calore travolgente con cui solo il popolo spagnolo sa accoglierti, accompagnarti per ogni singolo dei 42195 metri del percorso portandoti al nuovo Personal Best.
Prima, nel mentre e durante... molte altre gare, città e Paesi visitati, allenamenti alle 6 del mattino ed alle 9 di sera (con 35° umidi e sotto la neve), tanti bei momenti da ricordare: non credo basterebbero 200 pagine di un libro per raccontare tutto.
Meritevole di citazione la Great North Run del passato 8 settembre, definita come la mezza maratona più "grande" al mondo (e nonostante numeri da capogiro, caratterizzata da un'organizzazione perfetta); seppure passare dai 25° meneghini ai 7° in partenza del nord-est inglese sia stato inizialmente poco... piacevole, già la sola vista del mare al 20° km aveva ripagato tutta la fatica fatta fino a quel momento.
Ora in questa prima metà del 2019 (subito dopo la Maratona di Valencia), complice anche un periodo piuttosto movimentato della mia vita che mi ha portato a perdere un po' di "focus" sulla corsa, è stato abbastanza evidente uno stallo se non addirittura un calo di rendimento. Poco male, non si può esser sempre sulla cresta dell'onda e poi si sa... la costanza e la testa, messe assieme, prima o poi portano ai frutti sperati. Insomma cosa dire... the show must go on.
E visto che non c'è testa se non c'è obiettivo, mi do i primi obiettivi da raggiungere entro luglio 2020:
Maratona in 2h48''
Mezza Maratona in 1h18'59'' (non sarebbe carino ripetersi :-) )
Calendario e gare target da definire, ma intanto iniziamo a mettere i primi mattoncini!
Ogni tanto val sicuramente la pena fermarsi e fare il punto. Rispetto all'ultimo bilancio fatto il 1° ottobre, sono riuscito ad ottenere:
- Personale sui 10km in un percorso non piatto (Corripavia, 09/10/2017, 37'26'')
- Nuova conferma sulla 21.1km a Dalmine, su di un percorso tutt'altro che veloce (Mezza Maratona sul Brembo, 06/01/2017, 1h22'49'')
- 4 cross corsi con risultati altalenanti
- In mezzo, una brutta influenza che mi ha allettato per 10 giorni
- Un nuovo obiettivo: correre la Maratona di Anversa (23/04/2017) mettendoci meno di 3h
Ciò detto, forse val la pena spendere due righe per descrivere la mia ultima esperienza come crossista nella ridente Vimodrone, in un percorso ricavato su di un fazzoletto di terra distante poche decine di metri dal Naviglio della Martesana, che per anni, prima che mi trasferissi in zona sud ovest di Milano, è stato teatro di tanti miei lunghi ed allenamenti di ripetute.
Sveglia alle 7, colazione con latte e fette biscottate ed alle 8 si parte alla volta di Vimodrone. Per una volta la vicinanza geografica del luogo di partenza ci risparmia la classifica levataccia podistica della domenica mattina :)
Il viaggio scorre in compagnia di Alessandro Castelli, mio amico e rivale, come sempre ci si racconta dei programmi e delle ambizioni ed il viaggio scorre via piacevole e veloce.
Si arriva, si incontrano i compagni di squadra, ci si fa due chiacchiere ed alla 9 arriva il momento della partenza dei "diversamente giovani". Con Alessandro, Giuseppe Neutro ed Antonio Gatti, new entry in società con tempi simili ai miei sulla mezza, facciamo una rapida ricognizione del percorso cogliendo l'occasione per incitare le undici michette già in gara. L'identikit è facile: leggera pendenza iniziale, tornante con curva ad S nel mezzo, ritorno al gonfiabile recuperando il dislivello guadagnato all'inizio, curva a gomito e si riparte. Tre giri per un totale di 6km esatti.
Visto il tempo freddino ma riscaldato da un tiepido sole tardo invernale, opto per indossare la sola canotta, scelta che si rivelerà poi azzeccata.
The loneliness of the cross country runner
A cinque minuti dalla partenza, ci posizioniamo dietro al gonfiabile in attesa dello sparo, che in un nonnulla arriva. Rispetto alle altre campestri, l'ampio spazio in partenza consente di trovare subito il proprio spazio senza dover per forza sgomitare per farsi strada. Forse mi lascio un po' trascinare, fatto sta che dopo 200m leggo sul GPS 3'18'', non me n'ero accorto, oggi le gambe sembrano andare (e sottolineo: sembrano....). Alessandro è davanti. Pur essendo stato fermo per infortunio molto tempo, è in netta ripresa e già da appena incontrato avevo percepito da parte sua uno spirito "combattivo". Da parte mia, lo spirito era sicuramente diverso. Al momento ho come obiettivo la maratona di Anversa ed i tanti chilometri che sto correndo in questo periodo sono focalizzati proprio a far bene sulla distanza regina. Ma a vedere Ale lì davanti decido di non poter non provare a fargli quanto meno sentire il fiato sul collo.
Così accelero, passando nel mentre anche Giuseppe; io che passo Giuseppe? Tra me e me penso: "Durante il riscaldamento mi raccontava di aver fatto salite ieri. Sarà partito piano per andare in progressione...". Ed infatti mi avrebbe ripreso di lì a poco, non perché andasse in progressione - lui è stato costante dall'inizio alla fine - ma perché sono andato in regressione io! :)
Poco prima della fine del rettilineo riprendo Alessandro, mi accodo e dopo poco lo lascio dietro; bip del Garmin al primo km, 3'32''... non starò andando troppo veloce? Proviamo a tenere finché le gambe reggono.
Giuseppe mi passa poco prima dell'inizio del tornante, quindi scolliniamo rifacendo il rettilineo iniziale; Alessandro è sempre dietro, me ne accorgo perché i diversi e graditi "Vai Simone!" dei miei compagni di squadra sono seguiti a pochi secondi di distanza da "Vai Alessandro!".
Alla curva a gomito, succede quel che temevo. Io la prendo troppo larga, Ale con una manovra da top mi passa ed inizia ad allontanarsi. Bip del secondo km, 3'39''.
Inizia il secondo giro, decido di lasciare il vantaggio al mio rivale e tiro un po' i remi in barca accodandomi ad un atleta del Team A Lombardia. Rifiato - forse troppo, mi accorgo di esser calato decisamente, al terzo ed al quarto km il GPS segna, rispettivamente, 3'50'' e 3'49''.
Si ripassa dal gonfiabile, ancora incitamenti dai compagni di squadra e via per il terzo ed ultimo giro. Le gambe sono dure ma provo a reggere. Il quinto km risulterà il più lento, 3'55'', non ho più stimoli.
Riepilogo powered by Strava
Passato il tornante rivedo Alessandro più vicino; sarà il caso di provarci? Aumento il passo e torno a vedere ritmi vicini ai 3'40''. Le gambe sembrano rispondere ancora, organicamente e mentalmente sono provato; ho il fiatone, sono completamente solo e decido che forse non vale la pena. Vedo Alessandro arrivare, nonostante l'incitamento ricevuto (forse da Scardicchio) per "attaccarmi al culo" della promessa che mi ha passato negli ultimi 50m non reagisco alla provocazione e lascio quel glorioso secondino di vantaggio. 23'03'' il tempo, 3'46''/km la media finale.
Poco da dire. Una sfida persa, una bella mattinata, un bell'allenamento portato a casa. Adesso sguardo rivolto verso il futuro non perdendo mai di vista quello che è l'obiettivo principale.
Ciao!
Forse in effetti i tempi sono un po' prematuri per parlare di bilanci... In genere è la fine dell'anno il tempo in cui tirare le somme, trarre delle conclusioni e pensare ai next step. Ma ho dalla mia due forti ragioni che mi spingono a tirare le somme ora:
Non scrivo più in questo blog da Maggio 2015, questo vuol dire banalmente che a Dicembre 2015 non ho fatto alcun bilancio :-)
Concilio corsa e lavoro da un anno e poco più
Vittoria de che ?!?! Ma lo sai quanto ti manca?? :-)
Per cui mi faccio forte di questo secondo punto e specifico di quale bilancio si tratta : il bilancio del mio primo anno da runner lavoratore.
Sicuramente non voglio annoiare nessuno con tematiche che esulano decisamente dagli scopi di questo blog, ma il punto è semplicemente questo : passare dalla vita da studente alla vita da lavoratore - con ritmi serrati che quasi sempre sforano, a volte anche di tanto, le canoniche 8 ore - è stato un po' un rompere un equilibrio e doverne ricreare un altro. Sicuramente non sono più "di primo pelo" e 8 anni di vita a Milano sono serviti a fortificare il mio carattere e le mie convinzioni, oltre che la fiducia in me stesso - ciò non toglie che lavorare impone un "bit" in più di autodisciplina se si vogliono portare avanti le proprie passioni.
Molto banalmente, fare 8.45 - 19 (se va bene!) a lavoro, da sommare a circa 45' di spostamento, vuol dire che, se si vuole correre, restano solo due possibilità:
Andare la mattina presto, orario variabile tra le 6 e le 6.30 a seconda del tempo che si vuole restare fuori
Andare la sera dalle 20 in poi con la stanchezza lavorativa sulle spalle
Nel secondo caso, da scartare quindi l'idea di un aperitivo serale post - lavoro... Nel primo caso, idem a meno di non voler passare la giornata successiva dormendo sulla scrivania :)
Tutto questo per dire che quest ultimo è stato un anno "di rodaggio" per me. Non sempre ho avuto la costanza di allenarmi come si deve e spesso e volentieri le mie uscite diventavano allenamenti a sensazione, troppo poco strutturati per essere allenanti per un totale chilometrico che di rado superava i 40 per settimana.
Nonostante ciò, sono riuscito a portare a casa in 1h22'18'' in mezza maratona a fine febbraio, a Salsomaggiore, su un percorso che però ammetto aver trovato un tantino troppo facile, per non dire in discesa :-)
... Ed ora? Dal momento che fissarsi un obiettivo è la "conditio sine qua non" per avere l'autodisciplina di rispettarlo, eccolo qui: alla Stramilano del 19/03/2017 voglio fare 1:19'59''. Un tantinello ambizioso? Forse, ma sarà il mio stimolo nei mesi a venire per alzarmi all'alba ed allenarmi quando so che dopo mi aspetta una lunga giornata di lavoro e per rinunciare ad un aperitivo il mercoledì sera in favore di una bella ed appagante sessione di ripetute.
In tutto questo chiaramente è sì fondamentale non perdere di vista la cima e neanche quanti gradini devi ancora scalare per raggiungerla, ma nemmeno quanti gradini hai già scalato e con quanto sudore! Mettiamola così: non mi sento arrivato, al contempo però mi godo il viaggio e la felicità per quanto nel mio piccolo e con tanti sacrifici sono già riuscito a raggiungere.
Ciao!
Dopo innumerevoli mesi passati ad allenarmi discontinuamente, quasi sempre in solitaria, si ritorna alle gare e lo si fa con quello che è ormai per la mia squadra un appuntamento fisso nel panorama podistico del milanese : la 24x1h di Zeloforamagno. Gara in cui andiamo quasi sempre a podio, grazie ad un team "La Michetta A" composto quasi interamente da atleti da 14 - 15 chilometri all'ora.
Allenamento specifico di questi mesi... meno di zero! Niente ripetute, niente fondi medi, qualche lungo a sensazione se ne avevo voglia. Ciò nonostante ho lavorato moltissimo sull'aspetto psicologico, che spesso i podisti amatoriali tendono a trascurare. Il libro "Resisto dunque sono" di Pietro Trabucchi è stato illuminante in questo... per raggiungere certi risultati la resilienza è una qualità fondamentale da sviluppare, gestire l'emotività è un altro punto chiave, bisogna riuscire a tollerare livelli di fatica più alti rispetto a quelli cui siamo abituati ed essere costanti ed inamovibili nel perseguire i propri obiettivi, senza trovare scuse.
Condotta di gara, per una volta, regolarissima
Nei miei allenamenti di questi ultimi tempi il mio obiettivo primario è stato appunto quello di migliorare questa "mental toughness", quasi nessun fondo lento ma ogni volta cercare di uscire un po' dalla zona di confort, provare un po' di sana fatica, gestire livelli di stress elevato anche senza la compagnia di un atleta che mi tira, automotivarmi costantemente senza un obiettivo a breve termine - la famosa forza di volontà anevrotica di cui parla Albanesi.
Devo dire che un po' è servito.
Per questa 24x1h non sapevo bene cosa aspettarmi, sapevo di potere dare un bel contributo alla squadra visto che negli ultimi tempi andavo a 4'15'' con la sensazione di passeggiare.
E' anche vero però che per fare certi risultati ci vuole un certo training specifico che a me mancava. Ed è anche vero che correre dalle 15 alle 16 in pista con 27° all'ombra non è un'esperienza piacevole, specie se si tratta del primo caldo.
Sulla gara in sè ho poco da raccontare. Partito e via, cercando di tenere uno sforzo abbastanza elevato ma costante dall'inizio alla fine, un ritmo vicino ai 4' mi sembrava il più corretto. Distanza effettiva percorsa 14829 m (grazie Nicola), primo della batteria, date condizioni ambientali ed attuale condizione di forma lo considero un risultato più che soddisfacente.
Adesso per un po' proseguirò sulla stessa lunghezza d'onda ma iniziando a buttar dentro qualche garetta corta che vien bene per alzare un po' la soglia, poi penserò ad una bella mezza autunnale per avvicinarmi una volta per tutte a questo benedetto muro dell'ora e 20.
Ciao :-)
E poi boh, ci sono momenti in cui ti senti un po' Forrest Gump ti ci senti...
Rispolvero il blog, e lo faccio in occasione di un evento particolare: tra 9 giorni mi laureo. "E sticazzi", direte voi?
Va bene, il mio è un blog nato e cresciuto come un contenitore di racconti di corsa. Un amore, quello per la corsa, nato un po' per caso... da che l'impatto con il difficile mondo universitario, con la difficile città di Milano mi avevano fatto assumere abitudini di vita ed alimentari poco equilibrate, portandomi a mettere su chili, a quella "provvidenziale" Stramilano 2010, corsa praticamente per gioco, che però mi aveva fatto entrare in vibrazione alcune corde che prima erano nascoste. Cos'è tutta queste gente che corre, col freddo e la pioggia? Perché calpestare i piedi nel fango mi diverte come avessi ancora cinque anni? Perché, nonostante da metà gara abbia sofferto come un cane, in piena solitudine, arrivo alla fine e mi sento stranamente, inspiegabilmente - stupidamente - felice?
Il tarlo mi si insinua in testa, e via con la frequentazione di pagine "strane", sento parlare del test del moribondo, mi inizio ad allenare senza vera scientificità, ma il fatto di sentirmi progredire, di riuscire a correre distanze sempre più lunghe, sempre più velocemente, con sempre meno fatica, mi esalta. Mi iscrivo ad un club sportivo, entro in contatto con altre persone che hanno la mia stessa passione - persone fantastiche, ne avessi conosciuta una che fosse antipatica! - , nell'estate del 2011 decido di perdere seriamente peso... ci riesco, ed i tempi migliorano di conseguenza, ci credo. Tutto un crescendo, fino al giorno della mia laurea triennale, che era stato preceduto - indovinate un po'? - dal mio personale sulla mezza maratona, 1h 28 alto a Treviglio il giorno prima. Due grossi obiettivi raggiunti in un colpo solo. scendere sotto l'ora e trenta in mezza - obiettivo nella corsa - e conseguire la laurea triennale in ingegneria - obiettivo di vita.
E' qui che volevo arrivare. L'ho già scritto nel blog, è un esempio che spesso utilizzo nelle mie conversazioni reali, lo so, sono ripetitivo e noioso, ma in qualche modo devo sempre finire nel dire che la corsa è una scuola di vita. :)
A 19 anni sono venuto a vivere a Milano, senza conoscere nessuno. Quando si è così giovani ancora non si ha la più misera idea di cosa sia veramente la vita. No, proprio meno di zero. Ti vuoi mangiare il mondo, senti di poter fare tutto ciò che vuoi, che i sogni siano lì ad un palmo di naso, basta impegnarsi e non saranno più sogni ma realtà tangibili.
E poi gli anni passano e capisci che non è proprio come ti immaginavi. Capisci che molte volte nei tuoi sogni ci credi solo tu, capisci quanto sia difficile ottenere la fiducia degli altri, capisci che molti
Si, sono anche arrivato a correre una mezza di allenamento, da solo, sotto la pioggia battente. SPQRS -> Sono Pazzi Questi Runners!
rimarranno tali - nient'altro che sogni. Cos'è il primo sentimento che provi? Per quanto tu possa mentire a te stesso ed agli altri, è frustrazione.
Ora... la passione, l'amore per la corsa da quel marzo del 2010 non è mai venuto meno e si, mi ha insegnato tanto, veramente tanto, non so se senza quell'inaspettato colpo di fulmine sarei arrivato dove sono riuscito ad arrivare. Mi ha insegnato a pormi obiettivi, e non sogni - qui cito il tanto criticato Albanesi che per quanto estremista possa essere, ha molte idee che condivido. Obiettivi che siano raggiungibili, stimolanti e difficili, si, ma alla mia portata. Mi ha insegnato a lottare per raggiungere questi obiettivi, tirare fuori gli attributi e combattere finché ancora un briciolo di forza ti rimane. Un mio caro amico e compagno di squadra mi ripeteva più volte che "una gara non è una vera gara se non la finisci con la bava alla bocca"... è un'immagine molto forte ma rende l'idea. Mi ha insegnato a trovare le forze solo dentro di me, a non voler mai dimostrare qualcosa agli altri, l'unico a cui devo dimostrare di valere qualcosa è me stesso. E sono io a doverci continuare a credere: perché qualcuno dovrebbe farlo al posto mio? Ci saranno sempre persone che tenteranno di screditarti, è lì la domanda che devi farti è : questa persona ha qualcosa in più rispetto a me? Se no, come succede nel 99% dei casi beh, nulla di che preoccuparsi. E' solo invidia, un sentimento che sarebbe così utile se si concretasse in uno spirito di emulazione, che è invece così spregevole se si tramuta in volontà di distruggere la vita di chi è felice. E se anche questa persona che ti critica dovesse avere più valore di te - ed anche qui si aprirebbe un dibattito, come quantificare il valore di una persona? - ottimo! Magari c'è davvero qualcosa che sbagli, magari puoi correggere qualcosa di te che non va bene. E gli incidenti di percorso? Ci devono essere, è condizione necessaria per il miglioramento personale. Chi è forte non è forte perché gli viene tutto facile, è forte perché da ogni caduta sa rialzarsi più forte e tenace di prima.
Si, questa rende ancora meglio. :)
Mi si continuano a dare meno anni di quelli che ho, ma il quarto di secolo oramai l'ho passato e quello della laurea magistrale lo vedo un po' come l'evento che sancisce il passaggio definitivo all'età "adulta". Sono sparito in questi mesi dai miei amici corridori e me ne dispiaccio, tenterò di farmi perdonare in qualche modo. Sono stati comunque mesi importanti per me, in cui sento di essere cresciuto molto a livello umano. Sto per raggiungere un altro grosso obiettivo di vita che mi ero posto. E dopo... ? Ancora non ho un'idea ben chiara di quale che sarà il mio futuro, ce ne saranno altri per cui lottare, troverò aizzati davanti a me altri muri che sembreranno invalicabili. Ma oramai, sento di avere tutti i mezzi per affrontarli e sradicarne le fondamenta, per quanto impossibile potrà sembrare all'inizio.
Così termino un post che è un memorandum per me stesso e, se qualcuno è arrivato a leggerlo fino in fondo, lo ringrazio, se posso condividere la mia visione di vita lo faccio con estremo piacere.
Ma... la corsa? L'ultima gara risale ormai ad agosto, ma vista questa lunghissima... "premessa"... se avete capito il mio modo di pensare avrete anche capito che in ogni caso non ho certo smesso di allenarmi. ;) Senza fare ripetute nè allenamenti mirati - non aveva senso vista la mancanza di obiettivi
a breve termine - ma con delle corsette belle impegnate, per un totale di 3/4 volte a settimana. Per voler quantificare, 12 - 14 km ad uscita ad un ritmo medio per km compreso tra i 4'05'' ed i 4'18'', comunque difficilmente più lento di 4'20''. Anche il peso è quello giusto per me, attorno ai 70 kg. Le sensazioni sono quindi ottime e credo che al riprendere gli allenamenti di qualità possa fare un bel progresso. Tradotto in soldoni: iniziate a tremare! :P
Tanto per restare in tema, vi saluto con un live del Boss che a me fa venire i brividi :)
Como llevo dos
meses en Zaragoza, ya ha llegado el tiempo de contar algo sobre mi experiencia…
… o almeno, raccontare la mia esperienza come corridore in
terra spagnola! Tante
cose ci sarebbero da dire ma, non avendo decisamente l’intenzione di annoiarvi,
passo subito a quel che vi interessa. Ho tanti difetti, ma una qualità che mi riconosco
è quella di sapermi adattare un po’ dovunque. Detto ciò, trasferirmi in un
altro Paese per studiare, anche se solo per pochi mesi – o magari per un po’ di
tempo in più, questo ancora non lo so – poteva voler dire fare un passo più
lungo della gamba… per lo meno c’era un ostacolo che sembrava insormontabile: la
lingua.
Però noi runners abbiamo un asso nella manica: all’occorrenza
sfoderiamo le nostre scarpette da running, usciamo fuori a correre e come per
magia i nostri problemi sembrano sparire. Mi direte, e questo cosa c’entra con
la lingua? Beh, correre vuol dire anche
immergersi nell’ambiente dei corridori, che è sempre così… magico, appunto! Non
mi ci è voluto molto per conoscere un gruppo di runners locali, per fare
amicizia con persone semplici, simpatiche e alla mano ed in men che non si dica
ecco che sono quasi parte integrante de “el atletismo aragonés”. E, guarda un
po’, dopo due mesi parlo lo spagnolo non come un madrelingua – e ci mancherebbe
altro - , ma sicuramente ad un livello sufficientemente buono da riuscire ad
integrarmi bene un po’ dovunque.
Alla Media Maratón, dietro la lepre dell'ora e 24. Che ho salutato al 13°... :(
In questo, costruirmi una vita al di fuori dell’università –
una vita sportiva – ha aiutato, eccome se ha aiutato! Ed ecco che il lunedì ed
il mercoledì, immancabilmente, si va al “Parque Grande” alle 20.30 per fare le
ripetute in gruppo. Ecco che nel fine settimana si va in giro a correre “carreras
populares”, oppure ci si ritrova tutti insieme in un “pueblo” nei dintorni di
Zgz per un allenamento di gruppo e si approfitta per fare un “trote de monte”,
con “subidas y bajadas” che non si trovano così facilmente nella città (in
effetti a Zaragoza si corre quasi ovunque in piano, proprio come nel capoluogo
lombardo).
Senza dubbio sono stato fortunato, non lo pongo in dubbio,
ma ho trovato un ambiente veramente squisito e, di questo mi sono sorpreso
molto, ricco di giovani! Di ragazzi come me, di venti e poco più anni, se ne
vedono a bizzeffe a correre anche le lunghe distanze, qui nessuno mi ha mai mai
detto: “cavolo , così giovane e già corri le maratone”. Il perché non lo so, c’è
anche da dire che qui le corse iniziano tutte molto più tardi e ci si può
andare senza “madrugar” la domenica. E’ la cultura spagnola, con tutto ciò che
di buono e meno buono si porta dietro!
In generale, si dà molta più importanza ad aspetti che noi italiani tendiamo a trascurare. Di cosa parlo? Tecnica di corsa
in primis! Qui non esiste il riscaldarsi sommariamente e l’iniziare le ripetute
quasi a freddo: si fa un “trote de calentamiento” di 30’, 5’ di stretching, 15’
di tecnica di corsa, 5 allunghi e solo allora si parte con l’allenamento vero e
proprio. In secondo luogo, il potenziamento, come? Con in pesi in palestra se
ce l’hai a disposizione, sennò con le ripetute in salita.
Añón, splendida località a un 100 km da Zgz
Vi ho detto un po’ come girano le cose qui in Spagna ( o per
lo meno, in Aragona). Passiamo a me! Sono riuscito a migliorare i miei tempi? Nonostante mi stia allenando piuttosto
bene, no! Eppure continuo ad essere abbastanza soddisfatto della mia ora e
venticinque e rotti alla Media Maratón de Zaragoza, continuo ad essere
soddisfatto del mio trentotto e trentacinque alla 10k per il semplice fatto
che, viste le condizioni climatiche che mi si son parate davanti – “el cierzo”
la prima volta, un “puto calor” la seconda – mi sembrano tempi più che
dignitosi. L’unica cosa che ora come ora posso sperare è di tenere botta fino
al prossimo autunno, per raccogliere qualche buon frutto.
Detto questo, per quanto – come detto prima – mi riconosca
un ottimo spirito di adattamento, il mio cuore non si è spostato dall’Italia e
dal mio gruppo sportivo, “La Michetta”, che praticamente mi ha visto crescere.
Oddio, crescere forse non è la parola più adatta, visto che mi presentai la
prima volta in via Ponte Nuovo con circa 15 kg in più sul groppone rispetto ad ora!
Come al solito i mesi di gennaio / febbraio sono stati altamente critici, questo forse ancor più di altri anni! Sono oramai al termine della mia carriera da studente universitario e gli ultimi esami mi hanno dato decisamente filo da torcere. E così dopo un periodo di successi continui, ininterrotta crescita atletica, garette sempre ben riuscite, inevitabilmente, è iniziato un lento declino...
Inizialmente non voluto: una brutta forma di influenza intestinale mi ha costretto a letto una settimana e quella che, a Verona, poteva essere l'occasione di dimostrare di essere ormai vicino all'ora e 20 sui 21 si è invece rivelato un'altra deludente - ma viste le circostanze, miracolosa - ora e 25 e spicci. E dopo? Due settimane di fermo totale in cui sono sono stato costretto a vivere solo ed esclusivamente in funzione dell'università. Chi mi legge e studia / abbia studiato da ingegnere può avere idea di cosa abbia passato...
Ed ora? Sono ormai alla seconda settimana di ripresa, la forma è lontana anni luce dal picco di quest'inverno ma... si molla? MAI! Ormai il "trucco" l'ho capito, sempre guardare sul lungo termine, anche se impegni / crisi esistenziali / infortuni mi costringono a stop prolungati so già che, dopo un periodo in cui mi sembra di correre come un lottatore di sumo in pensione, torno poi più forte di prima.
Ed allora, a fatica, riprendiamo. Visto che occorre avere chiari gli obiettivi in testa nel momento in cui ci si allena, mettiamo i puntini sulle i: per ora la priorità è riprendere una gamba decente (mi do' altre due settimane al massimo), quindi mi focalizzerò sulla preparazione della Media Maratón de Zaragoza dell'11 maggio. Ah perché già, dimenticavo, il 3 aprile partirò per Saragozza e ci resterò fino a fine luglio! ;)
Riporto gli allenamenti delle ultime due settimane:
17/03 Corsa lenta con variazioni (11 km @4'34'')
18/03 Corsa lenta con ultimo km in progressione (11.5km @4'37'')
19/03 Fondo progressivo (11 km @4'28'', ultimi 500m sotto i 3'40'')
21/03 10x200m in allungo in pista
22/03 Fondo lungo lento (19 km @4'45'')
23/03 Fondo lento di scarico (7km @4'35'', ultimo km in progressione)
Tot. settimana : 70 km (stanco, non ero più abituato!)
24/03 Potenziamento in palestra + 2 km su tappeto in progressione
25/03 Fondo lento (11 km @4'38'')
26/03 Fondo lento rigenerante (11 km @4'52), stanchissimo!
27/03 Riposo
28/03 Fondo lento (11km @4'20'') + 3x100m + 1x200m
Ho ripreso un po' col botto ma per esperienza so che, così facendo, dopo un'iniziale calo fisiologico (vedi allenamenti di questo inizio settimana) riprendo subito una gamba discreta, ed infatti nel fondo lento di stamattina ho tenuto un ritmo più veloce del solito con pochissima fatica. Bene!
Mi sono inoltre imposto di effettuare sempre qualche esercizio di tecnica al termine della corsa lenta (skip, calciata dietro, molleggi sui polpacci) e di dedicare almeno una seduta fissa al potenziamento. In effetti già oggi mi sembrava di avere una corsa meno "pesante" e più fluida, potrebbe essere solo una sensazione, ne parleremo meglio tra qualche mese!
Un saluto e buone corse a tutti!