domenica 17 aprile 2011

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Prima di tutto mi presento. Simone, 21 anni, salentino di nascita e milanese d'adozione, studente d'Ingegneria Biomedica al terzo anno, passione per la corsa nata del tutto casualmente.
Il mio battesimo al running è avvenuto l'11/04/2010, in una fredda e ventosa giornata primaverile, teatro della Maratona di Milano. 1h1min13s, questo il tempo che ci ho messo a concludere i miei primi 10km chippati. Bellissima giornata di sport, tanta fatica, tanta amicizia, endorfine a palla.
E' da lì che sono precipitato nel baratro.
Km settimanali che aumentavano: 20,30,45, fino ad arrivare a 60. Test del moribondo superato in poche settimane, perdita evidente di peso, sensazione di benessere, dipendenza fisica e psicologica. 
Arriva luglio, caldo torrido, cappa di afa da grande città: cosa fare? Follie indicibili, sveglia alle 4.30 per correre alle 5.15, oppure cena alle 19 per poter correre alle 22. Arriva settembre, finalmente un po' di freschino, si riesce a correre bene. Ma dopo l'autunno c'è l'inverno, e le temperature crollano a picco anche ben sotto lo zero. Ci si mette qualche strato in più e si esce lo stesso: cosa sarà mai tornare a casa con i capelli ghiacciati!
Credo che chiunque si stia trovando a leggere queste righe sappia di cosa sto parlando, i sintomi della runnerite sono ormai ben noti.
Libertà: è quella che ritrovo durante un lungo lento di oltre due ore, oppure durante una ripetuta sui 1000 tirata fino alla morte, o ancora durante un medio bello impegnativo.
Nessun altro sport mi aveva ancora dato quella sensazione.
Tutto questo ambaradan per dire che, ad un anno dal contagio, ho deciso di festeggiare l'evento con la mia rinnovata partecipazione alla MCM, quella intera però stavolta.
Adesso, ad una settimana di distanza, posso dire che le sensazioni che mi ha lasciato non sono poi state così positive. Troppo caldo, crampi alla fine, percorso piuttosto monotono. Ho raschiato il fondo del barile e non mi piace arrivare alla fine in queste condizioni. Chiudere una gara così non mi emoziona, anche se è la regina delle gare e già chiuderla ti dovrebbe rendere un "eroe".
E adesso?
Adesso velocità "a manetta". Sono giovane mi si dice, posso rendere molto di più sulle brevi distanze. Sarei tentato di migliorarmi sulla mezza, la distanza che preferisco, ma voglio resistere alla tentazione e partire da ancora più in basso, dai malefici 10k, quelli che chiudi con l'acido lattico fin sopra la gola. Il 7 maggio correrò un'ora in pista a Zeloforamagno per conto della mia società, non posso prepararmi bene all'evento in sole tre settimane ma prenderò il risultato come una base, un riferimento dal quale partire. Obiettivo? Finire i 10000 in 42 minuti o meno. E' ambizioso, ma la volontà ce la metterò tutta!
Si comincia da domani con il famoso test dei sette minuti.